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NOASnews: Morte di un robot

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Nel saggio "Il nostro futuro" di Alec Ross,  ad un certo punto parla del vantaggio presso le culture orientali, nello specifico quella giapponese, nell'accettare la diffusione di robot tra noi (vedi). Tuttavia anche in Occidente non si è da meno, ci si muove in quella direzione, lentamente. Infatti che dire delle parole scelte dal responsabile delle missioni planetarie della NASA nell'annunciare il guasto definitivo della sonda marziana Opportunity. Parole che si usano per salutare un vecchio amico che ci ha lasciato. Esprimevano tristezza per la perdita, unita a profonda soddisfazione per il successo straordinario della missione che ha battuto tutti i record di durata. Ammartata nel gennaio 2004 ha aperto un nuovo capitolo nello studio in situ della superficie marziana.
Il rover non si è più risvegliato dallo stato di ibernazione forzata nella quale era caduto per mancanza di energia. La tempesta di sabbia che ha avvolto Marte per mesi, aveva reso opaca l'atmosfera impedendo ai pannelli solari di garantire il minimo livello richiesto per operare. In questi casi solo l'orologio di bordo continua a funzionare, per ricordare alla sonda di chiamare casa, appena le condizioni migliorano e le batterie siano nuovamente cariche. I satelliti in orbita hanno mandato foto impressionanti: una bella frazione della superficie del pianeta era interessata da quello che si presentava come un fenomeno di proporzioni epiche, durato poi per mesi. L'ultima rilevazione inviata dal rover era una temperatura di -29° C.
A tempesta passata, al JPL (Jet Propulsion Laboratory) hanno iniziato a chiamare la sonda. Davanti al silenzio marziano, hanno pensato che forse i pannelli erano stati coperti dalla sabbia. I dust devil (piccoli tornado di polvere), che si sviluppano naturalmente sulla superficie di Marte durante i cambi di stagione, avevano già pulito diverse volte i pannelli solari impolverati di Opportunity. I tecnici hanno deciso di continuare a chiamare la sonda nella speranza del passaggio di un diavoletto di sabbia provvidenziale. Terminata la stagione propizia per le spolverate, e dopo 1000 tentativi di chiamata, si sono dovuti arrendere e hanno dichiarato la fine dell'avventura di Opportunity.
Le sonde sono progettate per durare 90 giorni ma generalmente durano molto di più. Opportunity ha raggiunto i 5000 giorni di attività durante i quali ha percorso 45 km sulla superficie marziana, fornendo prove convincenti della passata presenza di acqua liquida sul pianeta che oggi è brullo e inospitale. Ha finito la sua carriera mentre stava esplorando la valle della Perseveranza., il luogo giusto per terminare una missione storica.
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