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NOASnews: Un evento raro

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Il prossimo 11 novembre un avvenimento astronomico straordinario, a cui non potremo assistere nuovamente fino al 2032, si offrirà alla nostra attenzione. Il pianeta Mercurio attraverserà la “faccia” del disco solare, un fenomeno conosciuto come transito. È lo stesso fenomeno che accade durante un'eclissi, quando la Luna passa davanti al Sole occultandolo, solo che in questo caso Mercurio è troppo piccolo e vicino al Sole per avere un occultazione. Mercurio si interpone tra la Terra e il Sole più di trecento volte per secolo, ma non si produce un transito perché gli allineamenti non sono perfetti, dato che le orbite dei due pianeti sono su piani leggermente differenti (7° è l’inclinazione di Mercurio rispetto all’eclittica). Circa tredici transiti di Mercurio per secolo cadono nel mese di maggio, a novembre tutti gli altri. Il pianeta si mostra come un piccolo punto nero che attraversa il disco solare, tanto debole che è impossibile trovarlo senza l’aiuto di un telescopio. Vale la pena però seguirlo, ovviamente adottando le precauzioni del caso e cioè usando un filtro adeguato posto sull’ottica dell’obiettivo: un filtro solare o un foglio di Mylar. Lunedì è il giorno del transito che inizierà alle 13:35 Central European Time (CET) con una durata totale di 5 ore e 28 minuti. Nella tavola sopra sono riportati gli orari dei vari passaggi e purtroppo ci perderemo gli ultimi due contatti perchè il Sole sarà tramontato. Il primo contatto avviene quando il bordo di Mercurio tocca il limbo solare; il secondo contatto quando il pianeta termina di entrare sul disco solare, il terzo quando il bordo di Mercurio tocca nuovamente quello del Sole, il quarto quando la siluetta del pianeta è fuori dal disco solare. Il primo contatto è difficile da osservare perché fintanto che il pianeta non comincia a “mordere” il bordo del Sole, Mercurio è praticamente invisibile. Poco dopo il secondo contatto e un pò prima del terzo (si tratta di secondi), si può apprezzare il fenomeno chiamato goccia nera, in pratica un peduncolo collega il disco del pianeta al bordo del Sole. Il fenomeno è più facile da vedersi con Venere, dato che la siluetta del pianeta è più grande. Comunque sia, personalmente ho assistito a due transiti di Venere e uno di Mercurio e mai ho visto questa formazione. La spiegazione più accreditata del fenomeno e che sia dovuto alla diffrazione indotta in un occhio astigmatico che osserva attraverso un telescopio. Probabilmente resterà senza risposta la veridicità del fenomeno perché le condizioni d’osservazione sono proibitive e soggettive. Per ulteriori informazioni sui transiti di Mercurio, v’invito a leggere la news del 9 maggio 2016  (vedi). Speriamo che il meteo ci sia propizio.

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