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NOASnews: chip per le stelle

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Giusto un anno fa parlavamo della pazza idea del miliardario Yuri Milner per un viaggio a Proxima Centauri, dove un pianeta roccioso ruota attorno alla sua stella. Quella idea, che tanto pazza non è, ha fatto un passo avanti.
La componentistica degli smartphone ha una parola d'ordine: miniaturizzazione. Proprio quella che serve per viaggiare nello spazio. Così sono riusciti a compattare tutti i sottosistemi necessari al funzionamento di un satellite in una scheda di pochi centimetri di lato. Metà della superficie è occupata da un pannello solare, grossomodo 3x1,5 cm, poi, nel resto dello spazio, trovano posto il computer di bordo, un giroscopio, un magnetometro e la radio completa di antenne, che sporgono dalla scheda. Il tutto per 4 grammi di peso. Sono andati in orbita alla fine di giugno, incollati all'esterno di due satelliti, uno italo-tedesco l'altro lettone, lanciati insieme dall'Agenzia Spaziale indiana. I chip si caricano con le loro celle solari e, grazie ai 100 milliwatts prodotti, dialogano con le stazioni di terra.
Questi chip sono parte dello sviluppo tecnologico del programma StarShot, che mira ad arrivare a satelliti ben più accessoriati del peso complessivo di 1 grammo. Saranno queste microsonde che partiranno in gran numero per andare ad esplorare Proxima Centauri, la stella più vicina a noi. Benchè vicina è pur sempre a 4 anni luce da noi. Una distanza che le sonde più veloci mai lanciate, le Voyager e la New Horizon (viaggiano intorno ai 20 km/sec), impiegherebbero 60.000 anni. Troppi per Yuri Milner, che vorrebbe vedere la conclusione del viaggio nel corso della sua vita. Quindi oltre a lavorare sulla miniaturizzazione, StarShot deve investire su metodi di propulsione veramente innovativi, senza motori e carburante. Le microsonde, fornite di vela, dovranno essere accelerate da potenti fasci laser che convoglieranno sulla flottiglia, già in orbita terrestre, l'energia necessaria a raggiungere una velocità pari a circa il 20% della velocità della luce.
Arrivati alla meta, il messaggio di ritorno (probabilmente foto del pianeta) viaggerà alla velocità della luce, ma ancora non è chiaro cosa possa fornire l'energia per la trasmissione, nè l'orientamento per centrare la Terra. Ci riusciranno? È una sfida titanica, ma è solo inseguendo grandi sogni che l'umanità progredisce. (170820)

Ottimizzato per smartphone, R. Matera 2015
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