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NOASnews: C'è!

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Enrico Flamini ha legato il suo nome alla scoperta dell'acqua su Marte. L'occasione di ascoltarlo si è presentata il 12 aprile alla IX Festa di Scienza e Filosofia di Foligno. Il tema era "Da Marte alla Terra. L'acqua e il clima " ma qui vi riporto solo il resoconto relativo al pianeta rosso, così da costituire un proseguimento degli articoli precedenti  su Marte.
Fin dai tempi delle sonde Viking (1975) era noto che il pianeta fosse stato solcato da fiumi, avesse bacini lacustri  e persino mari. Come pure sapevamo che buona parte di questa acqua fosse andata dispersa nello spazio, fatta eccezione per le calotte marziane e il permafrost, il terreno ghiacciato. Che ci fosse ancora oggi allo stato liquido era solo un'ipotesi supportata da modelli scientifici.
Sappiamo che la superficie di Marte è costantemente esposta alle particelle del vento solare (non ha campo magnetico per deviarle) di conseguenza la vita in superficie non è possibile. Al contrario, se l'acqua si fosse conservata in profondità, lontana dalle radiazioni, avrebbe potuto costituire un ambiente idoneo a qualche forma di vita. Come fare però a cercare acqua nel sottosuolo di Marte? La risposta l'ha data uno dei padri dell'esplorazione spaziale italiana, Giovanni Picardi dell'Università La Sapienza, con un radar a bassa frequenza, il MARSIS Si tratta di un radar che opera a frequenze tra 1,5 e 5 MHz e permette di penetrare il sottosuolo di Marte fino a 4 o 5 chilometri a seconda del tipo di roccia che incontra. L'antenna è costituita da due leggerissimi tubi di kevlar lunghi 20 metri ognuno che, per essere montati a bordo ed essere lanciati con il satellite, dovevano essere ripiegati in una scatola di poco  più di un metro di lunghezza. Inviata con la missione Mars Express nel 2003, per più di 12 anni il radar ha sondato le calotte polari del Pianeta rosso in cerca di indizi di acqua liquida. I profili radar, ottenuti da orbite diverse, che talvolta si incrociavano tra loro, hanno mostrato caratteristiche peculiari  e hanno permesso di identificare una area di circa 20 km quadrati nel sottosuolo, molto riflettente al contrario delle aree circostanti. La parte più complessa del lavoro è stata l'analisi quantitativa dei segnali radar per arrivare a determinare la costante dielettrica dello stato riflettente e, quindi, la sua natura. I risultati hanno confermato la presenza di materiali che contengono notevoli quantità di acqua liquida. L'acqua su Marte allo stato liquido esiste veramente. Si trova vicino al Polo sud ad una profondità di circa 1450 metri. Si tratta di un giacimento di acqua salata del diametro approssimativo di circa 20 km, il doppio del Lago di Bracciano.
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