NOASnews: Messier 41 - NOASnews

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NOASnews: Messier 41

NOASnews > 2016
Volgendo lo sguardo a sud, mezzora dopo il tramonto, la stella più appariscente è Sirio, a soli 8,6 anni-luce da noi. Se un vento serale ha spazzato il cielo, liberandolo dall’umidità, si può “vedere” ad occhio nudo un debole chiarore,  4° a sud di Sirio (misure angolari). Si racconta che lo stesso  Aristotele l’abbia intravisto nel 325 a.C. (Meteorologica, libro I, cap. 6), comunque la palma della scoperta va attribuita a Giovan Battista Hodierna verso il 1654. Osservato nuovamente da Charles Messier, lo incluse nel suo famoso catalogo col numero 41 nel 1764.
Con un modesto binocolo è perfettamente risolvibile nelle sue componenti, decine di stelline il cui colore varia dall’azzurro al biancastro. È classificato come ammasso aperto e dista da noi ben 2300 anni-luce. Gli ammassi aperti hanno forme irregolari e le loro stelle sono gravitazionalmente legate le une alle altre, essendo nate tutte dalla medesima nube di gas e di polveri. Per gli astronomi che studiano l’evoluzione stellare, gli ammassi aperti sono un laboratorio particolarmente interessante per il fatto che tutte le loro stelle hanno la medesima composizione chimica originaria; in aggiunta, sono tutte approssimativamente della stessa età e si collocano alla stessa distanza da noi. Studiarle ci può far capire in che modo le caratteristiche di una stella e la sua evoluzione sono influenzate dalla sua massa iniziale.

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